Il mese di settembre, di per sé, è il momento dell’anno che fa tirare il bilancio del semestre precedente e dà la carica per affrontare, dopo il periodo vacanziero che porta con sé un po’ di rilassatezza e leggerezza, la seconda parte dell’anno: questo è successo tutti gli anni, ma non in questo benedetto 2020 che verrà ricordato in modo inevitabile affiancandolo alla pandemìa che sta portando preoccupazioni di ogni tipo e che, purtroppo o per fortuna, non ha avuto episodi negli ultimi decenni che avrebbero fruttato esperienza e tanti errori non sarebbero stati commessi. Ma, stando così le cose, oggi bisogna andare avanti e quindi il mese di settembre non sarà come di consueto il mese di rientro dalle vacanze, ma ci farà confrontare, Governo centrale in primis, decisioni e sfide di altissimo livello che coinvolgeranno l’economia nazionale e forse anche il futuro del gioco pubblico che già traballa e non poco. Purtroppo, non è solo il settore ludico in difficoltà, ma in pratica tutta la nazione, cittadini ed imprese, che ancora non riescono a comprendere cosa succederà nel loro futuro prossimo.
Proprio dalle sfide importantissime che l’Esecutivo Giallo-Rosso dovrà affrontare in questi giorni si vedrà cosa potrà accadere con tutte le varie riforme che sono state studiate e che dovrebbero, oltre che migliorare la struttura del nostro Paese, anche la sua organizzazione sopratutto per quello che riguarda l’Amministrazione Pubblica: si attende anche la riduzione fiscale e tutti gli altri capisaldi che il Premier Conte continua ad elencare ma dei quali, almeno per quello che risulta nelle varie conferenze stampa, non ha indicato il modus operandi che è essenziale per rendere un progetto più o meno credibile e realizzabile. Si spera che ciò verrà presto reso pubblico e così anche il gioco d’azzardo ed i casino online, da sempre legato al Stato centrale essendo un suo rappresentante ed una sua “Riserva”, sarà consapevole di “che morte dovrà morire”, special modo in vista della prossima Legge di Bilancio, Legge che purtroppo per il gioco non ha mai portato “buone nuove”: figuriamoci in un annus horribilis come il 2020!
Quindi, non sarà un autunno facile né per il Governo, ma neppure per il gioco pubblico che già è “sulle sue” e si aspetta nuove tassazioni in concomitanza appunto con la Legge di Bilancio: ma quest’anno le cose saranno ancor più complesse poiché il Premier Conte è chiamato, innanzi tutto, a scelte di politica economica decisive e per questo tutti gli occhi sono puntati proprio su di lui che si è trovato, suo malgrado, a gestire senza alcuna esperienza in questo tipo la crisi peggiore di sempre che mette a confronto il Governo, e non solo quello italiano, con una serie infinita di sfide che potrebbero avere ripercussioni sulla tenuta dei conti pubblici. É evidente che vi sia molta tensione per quello che potrà poi “discendere” da tali scelte per tutti i vari settori: scelte che inevitabilmente imporranno all’Esecutivo la definizione di strategie particolari per i cambiamenti profondi che il nostro Paese dovrà fare se vuole restare a galla insieme alla sua economia nazionale.
Oggi, ulteriori passi falsi od errori di valutazione nei programmi che l’Europa si aspetta, potrebbero davvero mettere in serio pericolo la ripresa della nostra industria che risulta ancora in ampio disagio e, sopratutto, in una situazione di stallo che si deve sbloccare. L’agenda degli impegni istituzionali, in settembre, è stracolma di scadenze: dopo l’approvazione del Decreto Agosto che contiene diverse misure anche per i giochi, si deve intraprendere la riforma fiscale che potrebbe racchiudere anche misure importanti sull’utilizzo del contante, cosa che potrebbe addirittura modificare l’intero mercato del gioco. E tante altre scadenze che faranno venire il “mal di testa” al Premier visto che è sovraccarico di impegni e bersagliato di critiche da tutte le parti: giusto o sbagliato che sia ha un peso veramente enorme sulle spalle e dal “suo fare” dipende la “vita o la morte” di tantissime imprese, di tanti lavoratori, di tutta la nostra industria. Forse, per il momento lasciarlo tranquillo potrebbe anche essere la via migliore da perseguire.
Come detto, le scadenze in agenda del Premier comprendono anche la stesura della prossima Manovra di Bilancio: chi segue il gioco sa che questo comporta guardare il gioco pubblico “in un certo modo” per poterne trarre più introiti possibili, come sempre successo negli ultimi cinque o sei anni. E questo non può lasciare gli addetti ai lavori del gioco e dei casino con bonus senza deposito tranquilli, dopo il lockdown che ancora pesa, dopo i mancati introiti che hanno costretto tanti operatori a chiudere le proprie attività e con uno scenario relativo ai giochi che non è dei migliori, sicuramente. Insomma, per il mondo ludico le due scadenze peggiori sono la Nota di Aggiornamento al Def e la Manovra di bilancio poiché rappresentano una sfida nella sfida emergenziale e con queste scadenze di certo non si scherza. Troppo evidente che per il comparto dei giochi l’attenzione sarà assorbita dalla Manovra di fine anno che mai come in questo 2020 sarà una manovra destinata a risollevare le sorti del nostro Paese.
Infatti, l’Esecutivo si dovrà in ogni caso mettere “a caccia di risorse”: un dato importante da valutare è che la ripresa dell’economia è correlata alla capacità dell’Esecutivo di concentrare le risorse sulle aree critiche, evitando di disperdere le già poche disponibilità in misure non assolutamente necessarie: ma le risorse che il nostro Paese ha in “caldo” sono davvero pochine e non si potrà fare ricorso al Recovery Fund almeno sino alla prossima metà del 2021 e, quindi, a Manovra conclusa. Manovra che dovrà fronteggiarsi con le risorse attuali o con quelle che si riuscirà nel breve a reperire. Da qui gli ulteriori timori del mondo dei giochi abituato a subire gli “strali economici” dei vari Esecutivi ogni volta che si deve chiudere una Manovra. Si può dargli forse torto? Oltre tutto, oggi il gioco ha una “coperta veramente corta” che non basta neppure a fronteggiare le esigenze del suo stesso settore ed il solo pensiero di incorrere in altre tassazioni, onestamente fa “digrignare i denti”!