Che in questo particolarissimo periodo storico regni tra noi tanta confusione è ormai un dato acquisito: le notizie che si ricevano dai mezzi di comunicazione non sono mai univoche, altra cosa che crea incertezza e tanti interrogativi ai quali si fa fatica ad ottenere risposte. Oltre al momento emergenziale, che pare riaffacciarsi ma non con la violenza dei primi mesi dell’anno, bisogna fare i conti, sopratutto le imprese in generale e di tutti i settori, con tutto ciò che la pandemìa ci ha purtroppo fatto conoscere: i vari protocolli, le misure di contenimento, le mascherine e tutto ciò che oggi è divenuto a far parte del nostro quotidiano. E se non ce ne fosse abbastanza di questi timori e di incertezze, il mondo dei giochi deve confrontarsi con la sua organizzazione, persino con la sua regolamentazione disomogenea e con le varie pronunce delle Autorità competenti che, anche qui, si dimostrano non uniformi. E si vuole parlare, perché senza dubbio è un fatto che continua a far disquisire, delle due pronunce del Consiglio di Stato: pronunce su di un identico argomento, ma diametralmente opposte, ed emesse oltre tutto a pochi giorni di distanza.
Cosa che, in modo inevitabile, deve far riflettere su quanto sia più che necessario prestare un occhio attento alle norme che regolamentano il gioco pubblico ed i casino online in modo che siano più chiare e definite. Norme, sopratutto, che non possano essere soggette ad interpretazioni alternative che lasciano basiti sia i diretti interessati che tutti gli operatori del gioco che, da tempo, “vagolano nel mare del gioco” in una confusione assurda per un settore che si occupa di prodotti di gioco dello Stato, lo rappresenta con le diverse concessioni ed anche per questo, forse dovrebbe essere più tutelato con norme indiscutibili. Infatti, ancora una volta, si vuole parlare della pronuncia del Consiglio di Stato dove in una sentenza ha dato valore a quanto contenuto nell’accordo sottoscritto in Conferenza Unificata relativamente agli orari giornalieri di accensione degli apparecchi di gioco ed in un’altra pronuncia ha sottolineato, invece, che tale intesa non ha alcuna efficacia in quanto non avvalorata dal decreto attuativo che ne darebbe appunto valenza.
E ciò non può che disorientare per il motivo pregnante che proprio da quell’intesa sottoscritta dallo Stato, Regioni ed Enti Locali si intenderebbe ripartire per approdare finalmente al riordino nazionale del gioco con l’intervento del sottosegretario Pier Paolo Baretta, con delega ai giochi e figura sulla quale tutto il mondo del gioco “punta” per un futuro sostenibile del settore ludico. É ovvio, quindi, che le associazioni di categoria stiano di nuovo richiamando l’attenzione dell’Esecutivo per fare chiarezza e dare coerenza alle norme che disciplinano il gioco lecito e lo sollecitano nuovamente a mettere in lavorazione il riordino nazionale di tutto il settore: Riordino che uniformerebbe le leggi regionali che oggi hanno norme diseguali che creano veramente tanta preoccupazione negli imprenditori che non riescono, in questo modo, ad avere un percorso commerciale coerente, rassicurante, redditizio.
E ciò anche perché il gioco lecito deve confrontarsi, purtroppo con sempre più frequenza, con il gioco illegale che prolifera sul nostro territorio appunto perché le norme che regolamentano il settore sono troppo evanescenti e quasi a contrasto proprio del gioco legale e non vanno, ovviamente, a toccare quel gioco che invece non lo è. Prova di tutta questa “diseguaglianza interpretativa” sono proprio le due pronunce del Consiglio di Stato al quale tanti imprenditori sono costretti a rivolgersi per vedere acclarati i propri diritti, ma evidentemente non con le certezze che pensavano di ottenere rivolgendosi ad un’Autorità “così autorevole”. Quindi, da questa esperienza si dovrebbe trarre la conclusione che è sempre più urgente la necessità del riordino dell’intero settore dei giochi: ma, sopratutto, un riordino che sia applicabile ed uniforme su tutto il territorio. Ma dall’Esecutivo ci si aspetta anche l’emanazione del decreto attuativo della famigerata intesa raggiunta in Conferenza Unificata nel 2017.
Un accordo divenuto oggi troppo importante per il settore, compresi i migliori bonus casino, perché rappresenta la base sulla quale si dovrebbe fondare la tanto agognata riforma del mondo dei giochi. In tutta questa profonda confusione normativa delle leggi locali, una delle poche certezze che possono avere gli addetti ai lavori è l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha cambiato quasi radicalmente il proprio approccio con il settore: vorrebbe mettere gli operatori in condizione di affrontare questo periodo storico nel modo migliore. Esperienza mai vissuta in precedenza e che, quindi, sta disorientando tutti i settori, e non solo ovviamente le imprese di gioco. Dal canto suo, ADM cerca di “aiutare” il gioco differendo temporaneamente i versamenti delle vincite non riscosse a seguito dei giochi numerici a totalizzatore, limitatamente al periodo decorrente dal 7 settembre ed il 30 ottobre 2020: con questo cercando di dare “un po’ di respiro” agli operatori che, tra l’altro, non sono stati di certo aiutati dalle risorse emesse dello Stato centrale.
Il gioco pubblico, infatti, è stato quasi del tutto estromesso dalle varie risorse messe a disposizione delle aziende di altri settori, è stato emarginato dagli interventi degli Istituti di Credito che avrebbero dovuto aiutare anche le aziende di gioco e che invece, hanno provveduto a chiudere persino diversi conti correnti di alcune imprese che si sono trovate quasi dall’oggi al domani, e proprio in un periodo alquanto difficile per tutti, senza la possibilità di gestire le proprie esigenze a mezzo bancario. Ed anche questo è inverosimile se non fosse davvero accaduto e se non avessimo avuto la possibilità di riferire e “raccontare” ciò che accade nel mondo dei giochi: e sicuramente non sempre sono cose positive. In ogni caso, con l’intervento di ADM che si è impegnata anche in altre situazioni di sostegno ai suoi operatori, le imprese possono vedere nell’Agenzia un punto di riferimento al quale chiedere supporto, certi che troveranno almeno chi riesce ad ascoltare le loro esigenze e le loro problematiche. L’Esecutivo Giallo-Rosso questo senza dubbio non lo fa, ma già da tanto tempo ed ancor prima della pandemìa!