E pensare che, senz’altro, ci sarà ancora qualcuno che quando parla di gioco pubblico asserisce che sia un mondo effimero, difficile e complicato, approfittatore, criminale e gestito da mafiosi: d’altra parte questa opinione è quella che aleggia tra un determinato schieramento del Governo che non perde ancora oggi occasione per esternare questo “suo grande amore” nei confronti del settore ludico e delle sue imprese! Ovviamente, non si riesce a guardare al di là del “proprio naso” neppure quando un’azienda come ACMI Interactive, nuova realtà associativa che si occupa del comparto online nata da una costola di ACMI, Associazione Nazionale Costruttori Macchine Intrattenimento, asserisce di aver rinunciato a partecipare alla prossima Fiera Enada, che è alle porte: infatti è in calendario dal 30 settembre al 2 ottobre con un’edizione tecnologica contornata, senza dubbio, dalla tutela della sicurezza sanitaria. Con questa scelta precisa si è assunta una decisione non affatto semplice e l’effettiva ragione che l’ha condizionata è la continua acquisizione di notizie che si stanno susseguendo riguardo all’espandersi dei contagi e ciò ha convinto alla rinuncia.
Cosa che obbiettivamente ha fatto riflettere sulla mancanza di certezze per poter organizzare una presenza in un evento come questa fiera di settore. Manifestazione che solitamente raccoglie la presenza delle aziende più competitive ed importanti che rappresentano il mondo del gioco ed anche tutti i migliori siti legali italiani sicuri di casino online, in tutti i suoi vari segmenti. Chiaramente, ma forse è soltanto il nostro parere, ciò determina una manifestazione di responsabilità e di “rispetto” nei confronti della pandemìa che potrebbe mettere ancora in discussione tutte le attività che stanno lentamente tentando di ripartire nei propri percorsi, seppur con tantissima fatica ed incertezza. L’assenza e la rinuncia di un’azienda come ACMI che rappresenta da anni i costruttori di giochi nelle varie fiere di settore, non vuole essere un segnale negativo, ma soltanto una scelta di “saggezza” e di consapevolezza che tutti gli associati, all’unisono, intendono esprimere per rispetto al settore stesso e special modo per i propri dipendenti.
É fin troppo evidente che partecipare a qualsiasi evento significa, per le aziende che presenziano, spostare persone per portarle in luoghi inevitabilmente frequentati, anche se gli spazi espositivi sono stati studiati per garantire la massima sicurezza di tutti i partecipanti, quindi sia degli espositori che dei visitatori. Oltre tutto, una Fiera significa anche la frequentazione di alberghi, ristoranti, mezzi pubblici e quant’altro necessita per riuscire ad ottenere una partecipazione fieristica degna di nota, come ACMI ha sempre fatto, nel tempo. Tutte queste riflessioni, quindi, unite a ciò che sta accadendo nel nostro Paese, e che ci consegna un aumento dei contagi, ma anche per rispetto del timore di tante persone nell’affrontare eventuali trasferte di lavoro, ACMI non se la sente di mettere in gioco la salute per questioni di affari e di interessi economici: come è giusto che sia, poiché la tutela della salute è senz’altro una priorità che bisognerebbe sempre rispettare e mai far passare come “seconda scelta”.
Le riflessioni, poi, in modo inevitabile si spostano anche sullo scenario che si presenta nel nostro Paese: le difficoltà economiche di tutte le varie imprese, quindi comprese quelle del gioco, che devono confrontarsi con un mercato che non è ripreso come si pensava e che sta tradendo, forse, le aspettative di qualcuno. In pratica partecipando alla Fiera potrebbe anche essere che i costi non vengano ammortizzati né compensati mentre, invece, verrebbe messa in pericolo, in discussione e non tutelata al 100% la salute. Questa operazione di rinuncia ha creato positività: la nascita di un fondo nel quale le aziende associate ad ACMI faranno pervenire i quattrini risparmiati per questa mancata partecipazione, ed i relativi proventi verranno devoluti ad un organo benefico che si occuperà dell’assistenza di coloro che hanno contratto il Coronavirus o delle famiglie che hanno purtroppo subito la perdita di affetti. In effetti, da una scelta “negativa”, se così si può dire, ne è scaturita una scelta “più che positiva” per sostenere chi è stato coinvolto nel contagio.
Ed ACMI, nel rinunciare con voto unanime a partecipare ad alcuna Fiera sui giochi da casino, sia come associazione che come singolo associato, vuole sottolineare che continuerà in questa scelta sino a quando la situazione non si potrà dire “rientrata nella normalità” e quando la pandemìa sarà maggiormente controllata e non faccia correre seri rischi “se messa alla prova”. E chi ne è stato coinvolto personalmente può confermare che non sia stata una bella esperienza come sembrano ignorare alcuni quando assumono comportamenti eccessivamente “liberi” da mascherine, distanziamento e da quelle poche regole che i sanitari hanno suggerito e che dovrebbero essere seguite “senza batter ciglio” per il bene comune. Appare inutile sottolineare che questo sarebbe un atteggiamento intelligente e responsabile e pieno di rispetto per le persone che si potrebbero incrociare nel rientro a casa di ritorno dalle varie “movide” o manifestazioni di diversa tipologia che sembrano nascere proprio in un momento dove non dovrebbero esserci affatto.
Per tornare, a conclusione di queste righe, alla decisione di ACMI che è stata oltre tutto acquisita a pochi giorni di distanza dallo svolgimento della manifestazione, si vuole ancora una volta sottolineare che la scelta intrapresa risponde all’assoluta necessità di poter garantire la massima sicurezza ai propri dipendenti ed agli operatori che, partecipandovi, sarebbero sottoposti ad un rischio troppo pesante tale da non giustificare la loro presenza. E questa è la priorità che ha imposto la scelta, così come un attento esame della crisi economica profonda che le aziende del gioco stanno attraversando a causa dell’incredibile lockdown cui sono state sottoposte: quindi, trovarsi nell’impossibilità di rischiare danaro per partecipare ad una Fiera che pare ancora poter offrire preoccupazioni e non sicuramente complete certezze. Anche le difficoltà che ancora si incontrano negli spostamenti aerei fanno pensare a presenze limitate di visitatori e persino di eventuali investitori che forse potrebbero “accontentare” i bilanci aziendali delle società partecipanti, ma che in ogni caso non darebbero certezze e sicurezze a chi ha ancora timore nell’affrontare viaggi e le incognite che questi “nascondono”: e la cronaca ancora oggi, purtroppo, ne è piena.